L'autismo nella vita delle persone adulte
Capitolo: inizia 20 agosto 2018
L’autismo nella vita delle persone adulte
Prefazione
Questo
lavoro è per me fondamentale che sia affrontato, poiché nonostante tutti i
documenti nazionali internazionali, siamo davanti al baratro, le persone adulte
con autismo si vedono trattare con metodologie che non sono richiamate nei
documenti scientifici, ma bensi’ fermi ancora prima che Basaglia ponesse fine
alle barbarie, ma di grave ci sono anche l’etica deontologica degli esperti che
pur di emergere si prestano ad ogni situazione lesiva per le persone
autistiche, e poi di seguito le associazioni non tutte per fortuna, e le
famiglie. Io a tutto questo non ci sto e lavoro con criteri di autismo che vivo
per aiutare chi come me subisce dal sistema fatto di uomini e non da dio che
vuole il bene delle persone buona lettura ……………
………
Indice Capitoli
1 Come si
manifesta l’autismo negli adulti
2 Il
comportamento autistico negli adulti
3 Le
possibili patologie correlate all’autismo adulti
4 La
diagnosi in età adulta
5 I Farmaci
per gli autistici adulti
6IL Progetto
educativo per l’autismo adulti
7
L’abilitazione e riabilitazione autismo adulti
8 Cosa
prevedono oggi i diritti, le istituzioni, la politica
9 Le
famiglie delle persone adulte autistiche
10 Il dopo
di noi per le persone adulte autistiche
(Come si
manifesta l’autismo negli adulti )
Per fare una
descrizione di come si manifesta l’autismo nelle persone adulte con diagnosi
infantile, o adolescente, o età adulta, bisogna fare necessariamente
distinzioni ma opportunamente una scheda individuale, io questo farò, questo
lavoro è fondamentale per aprire le menti eccelse che ancora credono di
trattare le persone autistiche come merce di scambio, facendo convegni di
facciata per i propri scopi economici, insomma “ sapere ma non fare “
Prima scheda
valutativa
Nome e
Cognome
Diagnosi in
età evolutiva, o assenza di diagnosi, o altra diagnosi
Patologie in
comorbilità
Terapie farmacologiche
o assenza
Test
effettuati per l’autismo.
1 Scheda
valutativa
Presenza di
linguaggio o mimica o altro
Stereotipie
Rigidità che
manifesta
Selettività
nei cibi
Iperattività
Sensibilità
ai rumori
Comportamenti
disadattivi
Le schede
saranno opportunamente illustrate, infatti saranno le schede-; la mia
e di persone
a me vicino che dovrà essere mantenuto l’anonimato a stretto riserbo si tratta
di studio che serve per gli autistici affetti da autismo, e in questo caso non
solo….le considerazioni caso per caso sono doverose altrimenti le persone
riempiono la vita di persone indifese di marchi e di bugie dannose e non
curative.
L’analisi del comportamento in età adulta è considerato superfluo da
chi non vuole capire e leggere il comportamento che trae in inganno se non
viene associato a tutti
I fattori
che ne sono la causa, se si pensa ai contesti ghettizzanti dove si inseriscono
persone autistiche come se fossero in cattività, deve essere escluso questo
fenomeno manicomiale e devastante.
Come deve essere fatta l’analisi del
comportamento e da chi, il tecnico qualificato è colui che ha conseguito gli
studi professionali certificati Aba solo un tecnico comportamentista legge il
comportamento, attenzione non solo della persona autistica ma anche chi si
rapporta con lui o lei e l’ambiente che lo circonda, le emozioni, le
frustrazioni, e la comunicazione.
Quando è necessaria l’analisi del
comportamento per elaborare il progetto educativo abilitativo, per una lettura
dei comportamenti, disadattivi, per capire quali attività può svolgere e i
tempi per l’integrazione della persona.
Le
stereotipie trasformate in ossessioni e l’origine di esse ,
Il
comportamento e i farmaci valutazione dei benefici
Il
comportamento disturbato dagli effetti dei farmaci
Il rapporto
con gli operatori
Il rapporto
con la famiglia rilevare le differenze
Analisi
finale, tracciare la relazione dell’adeguato intervento educativo abilitativo
riabilitativo se ci sono regressioni delle competenze acquisite.
( L’analisi del comportamento e il progetto
educativo abilitativo )
Premesso che
la motivazione da cui nasce l’analisi ha un senso logico legato ad un progetto
educativo abilitativo che ha obiettivi, attività alle quali sono riconducibili
tutti gli strumenti e strategie che permettono la realizzazione, e proprio da
ogni singola attività nasce l’ osservazione comportamentale della persona
autistica.
Ogni singolo gesto , emozione, rumore e suono, alterano l’equilibrio
di una persona autistica, basti pensare che è sufficiente per aumentare la
chiusura e dare vita ai comportamenti disadattivi che altro non sono che la
reazione creata da tutto, ecco perché nel fare l’analisi del comportamento e necessario
fare una presa dati di tutto.
Nel progetto educativo abilitativo devono essere
scritti anche tutti gli indicatori che misurano nello specifico l’andamento del
comportamento durante l’esecuzione dell’azione abilitante, cosi’ si rileva la
difficoltà, il tempo , il comportamento un ruolo fondamentale sono anche la
strutturazione e la modalità di approccio degli operatori, diagnosi , test di
conferma, osservazione con imput e libera, individuare le necessità, impostare
obiettivi minimi per l’elaborazione del programma o progetto educativo
abilitativo, ad ogni difficoltà soffermarsi ad un’analisi del comportamento,
questa è la logica di un’intervento cognitivo comportamentale, nell’analisi del
comportamento bisogna includere tutti i passaggi di crescita cognitiva per comprendere
comunque la qualità di elaborazione interiore, si perché esiste un sommerso che
non viene considerato e che invece è il motore di esecuzione degli imput.
L’analisi del comportamento assume una sua efficacia e logica se le persone
autistiche sono stimolate e abilitate, altrimenti in caso diverso occorre
chiedersi se l’utilità di tale test sia per migliorare o meglio dimostrare che
il lavoro svolto è ottimale degli operatori, e la persona autistica non è
abilitabile attenzione a chi si delega il test.
E stato creato un metodo
comportamentale per aiutare le persone a vivere una condizione migliore della
loro vita, e per far questo lo studio scientifico a classificato l’Aba come
punto di riferimento e applicazione.
Nel metodo che nel tempo sono sopraggiunte
sigle a medesimo e non solo recitano, intensivo o altro di fatto l’applicazione
vera è diventato un vero accanimento e a volte pericoloso spiegherò il perché.
Una diagnosi corretta di autismo è
necessaria anche per l’analisi del comportamento adeguata, oggi e diffusa la
credenza che basta avere il disturbo dello spettro autistico per essere il
riferimento ad un’analisi analoga a chi è affetto da autismo, non è cosi le
distorsioni e confusioni aggravano la possibilità di focalizzare il vero
bisogno di ogni persona sia essa autistica o no, ognuno e ogni grado deve avere
un’analisi corretta del comportamento, ma soprattutto ogni ambito di medicina o
tecnico esperto non può e non deve alterare questo corso obbligatorio.
Quali sono
le figure professionali competenti per effettuare l’analisi del comportamento:
Analista certificato ABA tecnici esperti in autismo con esperienze consolidate
nelle metodologie comportamentali.
Per
l’esecuzione pratica
Educatori
professionali laureati in scienza dell’ educazione.
Le figure
mediche
Neurologi,psichiatra
per la spiegazione clinica degli effetti dei farmaci, e poi il supporto di
figure per le patologie elencate nella cartella clinica della persona.
Una logica
riflessione; test, diagnosi, progetto educativo, una presa in carico corretta
deve agglomerare tutte le informazioni, capita molto spesso che in atto non ci
sia un lasciare che tutti intervengano senza una logica e partirò proprio dalla
difficoltà piu’ grande l’assenza di intervento.
La persona adulta autistica
deve essere osservata con giusto criterio , la mancanza di interventi non è del
tutto corretta come espressione, poiché approcci correzioni dei comportamenti
giusti o sbagliati esistono, stiamo parlando di persone ed è in questo mosaico
che dobbiamo cercare e comporre i vari pezzi che aiuteranno a trovare una forma
educativa da correggere e di crescita, l’istinto e l’imprevedibilità creano
molta incertezza ma invece tutto gira sempre intorno a se stesso, esempio se la
persona non è educata e trattata compie sempre le stesse cose e sempre allo
stesso modo, a volte cambia la velocità con cui compie l’azione e quindi e di
facile lettura.
Bisogna scoprire che cosa a livello cognitivo ha dentro di se
ma soprattutto se la mente lascia spazio per introdurre una strutturazione e
gli imput, il processo di apprendimento non è mai fermo anche se la persona non
riceve stimoli corretti apprende, non esegue perché non abilitato a farlo, ma
si crea comunque il corretto collegamento tra immagine senza codificazione ma
che rimane in memoria, e quindi se poi sollecitata visivamente viene collegata.
Bisogna conoscere bene il funzionamento della persona come si fà, si osservano
principalmente le modalità in cui si esprime, il comportamento prima senza
stimoli e dopo con gli stimoli, sono i primi passaggi , si colgono dalle cose
che possono sembrare non significative, le corrette informazioni del
funzionamento autistico della persona.
La regressione di un comportamento
autistico avviene quando sempre anche in assenza di interventi un cervello che
ha funzioni programmate strutturate, può avere regressioni se viene a mancare
il lavoro che sostiene l’intervento, ma in assenza di interventi succede che il
cervello può sviluppare modalità diverse di interazione che possono essere: la
continua esecuzione stereotipata, oppure un peggioramento comportamentale di
gestione difficile con crisi di autolesionismo o eteroaggressività.
2 Punto il comportamento
autistico.
Oggi dal
secondo punto si inizia la seguente riflessione, il comportamento nell’adulto
autistico deve trovare una logica di osservazione per comprendere il
comportamento tenendo conto che si possono avere somministrati vari interventi
: nessuno, o essere istituzionalizzata la persona ,ma soprattutto la precocità
degli interventi se ci sono stati il progetto educativo abilitativo.
Un
comportamento adeguato viene riconosciuto in una logica, se però parliamo di
autismo per seguire una logica dobbiamo capire attraverso strumenti se esiste
logica bisogna conoscere come funziona la persona autistica e per farlo bisogna
partire dal grado piu’ grave e cosi salire la scala, solo cosi si può entrare
in esamina il vero comportamento.
Nella persona autistica adulta si fissano
tutti i comportamenti inadeguati e adeguati, stereotipie che si possono
trasformare in ossessioni compulsive, infatti uno dei rischi maggiori in
autismo sono le ossessioni che possono avere diverse cause organiche, educative,
degenerative del sistema nervoso che sottoposto ad ansia crea il
disfunzionamento e seguito da chiari sintomi, rigidità di accettare i
cambiamenti. I continui sbalzi di cambiamenti non strutturati .Ossessioni
create dall’ambiente verso oggetti o persone, ma alla base possono esserci
problemi organici dovute a patologie correlate, epilessia, gastrointestinale,
il cervello può subire un notevole invecchiamento, se le frustrazioni e l’ansia
si amplificano si entra in una spirale che di difficile gestione, ogni persona
autistica ha un rischio di salute grave, se il suo autismo sovrasta la soglia
dei confini stabiliti da determinati stati d’ansia e frustrazione aggiunti da
malesseri organici.
La non tollerabilità si verifica quando si entra nel tunnel
che si crea per una somme di cose soprattutto dei continui cambiamenti e
strutturazioni, mancanza di continuità, le ossessioni sono un vero e proprio
disturbo causato non dalle stereotipie, ma è un meccanismo della mente che
altera il cervello a tal punto da lasciare quella volontà, la causa organica
invece e che il cervello non è piu’ in grado di funzionare da solo o meglio le
alterazioni ossessive distruggono i neuroni, annullano la loro funzionalità che
normalmente i medici chiamano invecchiamento del cervello, ma che risulta
essere invece un deterioramento celebrale.
Il tema delicato e che si deve
occupare della persona autistica quando compaiono le ossessioni, le figure
professionali sanitarie ed educative devono essere predisposte per dare una
adeguata modalità di intervento predisponendo tutti gli opportuni esami clinici
e osservazioni comportamentali che in questi casi sono tutti sfalsati dalle
ossessioni. Le innumerevoli teorie sull’autismo raccontano piuttosto il
comportamento solo negli aspetti di difficile gestione e tralasciano le basi di
ciò che crea il comportamento autistico negativi e positivi uno specchietto
metterà in luce in questo capitolo anche questo aspetto.
Specchietto
comportamenti adattivi disadattivi.
Quando tutto
sembra essere non conforme a quanto ci richiama la normalità, ogni persona deve
poter esprimere la sua espressione, i canoni di normalità sono relativi a come,
a quanto è possibile nella psiche della persona autistica, può esternare il
disagio, ma nel comportamento c’è la lettura che aiuta il processo educativo
abilitativo, può sembrare incredibile ma è così.
Informazioni di base
1 senza
alcuno stimolo verbale è possibile avere un comportamento disadattivo?
2 I
movimenti fisici e le gestualità cosa possono attivare
Si può
gestire la persona autistica?
3 Quali
agenti ambientali creano un comportamento disadattivo?
4 Quale
ruolo giocano le tensioni verbali e fisiche per un comportamento disadattivo
5 Come si evitano i comportamenti ossessivi e
le stereotipie
Fattori che
incidono nella maggiore parte del comportamento?
senza
alcuno stimolo è possibile avere un comportamento disadattivo?
Si è
possibile averlo per le seguenti spiegazioni: Alla persona autistica basta che
ci sia il pensiero non espresso di chi li è accanto per sentirsi stimolata,
arrivano addosso inquietudine rabbia tensione, per creare iperstimolazione che
mette in movimento tutto ma in confusione, una bassa stimolazione provoca vuoto,
ma la noia crea uno smarrimento ancora piu’ grave tanto da lasciare la mente in
totale libertà di agire, questo crea comportamenti disadattivi, lo sbaglio che
non bisogna fare e lasciare la mente senza educazione e abilitazione questo è
la chiave di tutto, le regole.
Gli stimoli si possono attivare in svariati modi
come già prevedibile l’autismo lascia pochissimo margine di gestione diretta
della persona, infatti è ormai comprensibile che i limiti sono questi, la
manipolazione della vita quotidiana può avvenire tramite l’intervento educativo
abilitativo, un comportamento disadattivo come individuarlo e riconoscerlo, si
può parlare di comportamento disadattivo se ha una frequenza giornaliera
prolungata nel tempo, se invece si verifica solo in concomitanza di variabilità
di cambiamenti no, negli eventi sporadici si nasconde quello che può succedere
con frequenza continua, infatti a livello educativo abilitativo bisogna sempre
tenere conto della bassa intensità del comportamento disadattivo, perché c’è la
possibilità di gestire al meglio l’estinzione o il controllo dello stesso.
Le
occasioni migliori in cui si può osservare un comportamento problema sono
innumerevoli, basti pensare che l’autismo vissuto H24 da chi ne è affetto e da
chi vive accanto alla persona, porta interrogativi quotidiani dalla non vita
limitata da ogni piu’ piccola cosa che esiste nel mondo a cui la persona se
vuole vivere deve adattarsi. Dalla base descritta sarà compito di ogni tecnico
tracciare un profilo funzionale per affrontare ogni singolo caso di autismo, la
spiegazione logica ed esaustiva ma molto chiara prima di ogni cosa occorre non
dimenticare ogni valutazione sanitaria poiché i farmaci se non idonei creano
effetti paradossi che amplificano i comportamenti problema o li annullano in
modo innaturale.
Normalmente siamo sempre a dare giudizi su cosa va bene oppure
no, la persona autistica riesce a crearsi il comportamento corrispondente al
suo funzionamento, se poi dall’analisi di osservazione i tecnici reputano
adatto o disadatto, questo è legato alla logica della società non al
funzionamento autistico che sono diversificati tra loro ma sempre coerenti con
quanto la persona vive.
Nel comportamento adattivo dove si riscontrano
normalità da parte di esperti occorre invece mettere in osservazione tutto
perché si possa fare distinzioni da ciò che appare adattivo o invece solo
quello che nasconde taluni comportamenti pseudoadattivi, il mondo dell’autismo
è complicato ma molto lineare e nulla viene fatto senza una motivazione,il
comportamento adattivo e una logica conseguenza non solo di un livello di
autonomia acquisito ma di una coscienza di cosa fare, come farlo, e la
elaborazione di ogni singola azione, raggiunta attraverso un intervento
educativo o in maniera autodidatta, il comportamento adattivo per un autistico
adulto sarà privo di contraddizioni se; è stato educato abilitato e risponde
alla strutturazione, e se è presente l’elaborazione almeno con una percentuale
ad esternarla del 80% e se manifesta interessi, ma il comportamento non è
conseguenza di un quoziente intellettivo alto, ed è proprio quello che non
bisogna sottovalutare.
Esiste il sommerso mondo autistico di cui nessuno è in
grado di descrivere, perché nessuno può entrare nella testa dell’individuo, ma
quella realtà è ricca di informazioni utili a tutti, perché sconfessa verità
tracciate in modo assurdo, le motivazioni di comportamenti attribuibili al
vissuto sommerso,
“ Non
fermarti solo a ciò che vedono i tuoi occhi ma credi nella persona e nella sua
dignità che calpesti ogni volta che tracci linee esterne ma rimangono quelle
interne che hanno una funzione e una ragione di esistere e sono le risposte che
aiutano la persona.”
In autismo
possono esserci patologie correlate al disturbo autistico, nell’adulto le
patologie correlate si acutizzano o a volte sovrastano l’essere e il disturbo
può diventare psichiatrico con residualità dell’autismo, il che diventa grave
la situazione ma sarà spiegato. Le possibili patologie correlate, le patologie
frequenti a chi è affetto da autismo sono:
L’epilessia
La disfagia
Disturbi
psicotici
L’essere
daltonici
Il morbo di
Parkinson
L’invecchiamento
del cervello
Le patologie
citate sono correlate al disturbo dell’autismo che insorgono con l’autismo.
L’epilessia
e l’autismo i tanti perché il cervello della persona autistica funziona in modo
diverso non perché manca di regolarità ma perché il disturbo autistico ne
altera ogni funzione, queste alterazioni generano stress che viene accumulato e
mai espresso ma che di fatto c’è, i neuroni a specchio si infiammano creando
crateri che possono sfociare ho in crisi epilettiche oppure psicotiche che però
sono differenti perché l’epilessia diventa una malattia fisica generata dal
sistema nervoso centrale e non psicosomatica rilevabile da esami di
laboratorio, le crisi psicotiche sono la chiusura dell’autismo altro termine
invece utilizzano in psichiatria i cosidetti disturbi psichiatrici,
nell’autismo no non sono disturbi psichiatrici perché non sono di origine
psichiatrica.
La disfagia;
un disturbo causato dalla mancanza della masticazione e della deglutizione
corretta che crea dapprima apnea fino all’annullamento della funzionalità del
passaggio nel tubo digerente di cibi solidi che scenderebbero senza gli
opportuni processi doverosi, la masticazione e la deglutizione corretta, la
disfagia in autismo è diffusa nel grado di autismo grave, e minore l’apertura
alla vita si rimane in uno stato di dipendenza della mente che impedisce
consapevolezza e apprendimento delle piu’semplici azioni fisiologiche, persino
l’acqua diventa un problema deglutire e calibrarne il flusso di discesa.
I Disturbi
psicotici: nella complessità dell’autismo possono comparire anche delle crisi
psicotiche che sono in correlazione alla chiusura della persona autistica, per
meglio comprendere di cosa si tratta ebbene spiegare che quando la persona
autistica si chiude a causa di agenti
ambientali ed opposività comportamentale per mancata comprensione di
comunicazione, cambiamenti repentini della routine si verificano i
comportamenti che sfociano in crisi psicotiche che nulla hanno a che vedere con
la psicosi psichiatrica degli individui che possiedono facoltà elaborative e di
codificazione di ciò che succede.
L’essere daltonici: la visuale dell’occhio nella persona autistica può essere
compromessa dall’essere daltonici ovvero riconoscere visivamente solo colori
base e neutri che di fatto rappresentano tutte le pigmentazioni che poi si
trasformano, ma il non riconoscere le tonalità dei colori è un limite non
dell’occhio ma della mente cosi limitante ad un’apertura verso qualunque forma
di vita che appartiene al mondo, essere aperti significa non possedere il
potere di controllo, questo per gli autistici.
Il Morbo di
Parkinson: La correlazione con il morbo di Parkinson in autismo è dovuta
all’assunzione di neurolettici e antiepilettici, essendo una malattia
neurologica viene sollecitata ad esordire, che altrimenti cosi non sarebbe o
meglio come incidenza minore sarebbe possibile averla, il morbo di parkinson
invecchia i neuroni neutralizzandone la loro funzione, il corpo con il morbo di
Parkinson perde il suo naturale movimento, creando un suo movimento continuo,
nel tremore perché le aree motorie via via perdono tono non ricevendo impulsi
dal sistema nervoso centrale, pensando all’autismo la persona rimane in balia
di essa come lo è della mente perdendo nei casi gravi le sue funzioni.
L’invecchiamento
del cervello: Una situazione clinica ricorrente è quella dell’invecchiamento
del cervello, in una persona autistica incidono i seguenti fattori: l’uso dei
farmaci in età precoce, le frustrazioni nervose, la mancanza di stimoli
educativi, porta regressione e innesti di patologie psichiatriche gravi, i
neuroni che si annientano e non si riproducono, occorre una prima spiegazione
che la diagnosi formulata in età adulta deve avere una storia pregressa della
persona può e non dovrebbe succedere che: La persona non è mai stata
diagnosticata
La persona
ha già una diagnosi di Autismo infantile
La persona
ha una diagnosi di altro e il disturbo autistico sia la conseguenza dei mancati
interventi.
I Farmaci
per gli autistici adulti specchietto spiegazione.
L’autismo è
un disturbo neurobiologico e si configura in ambito sanitario di cura
neurologica, ma purtroppo le persone con il disturbo autistico vivono il
disordine che la mente autistica crea e che a sua volta genera altre
problematiche sanitarie, la stessa disabilità in alcuni casi gravissima tanto
da rimanere imprigionati. Per un disturbo neurobiologico esistono terapie
adeguate, per l’autismo nonostante lo sia no’ perché il disturbo autistico crea
lo scollegamento di tutte le aree e non esistono farmaci che possano curare lo
scollegamento, infatti i farmaci che si danno in autismo servono a placare gli
effetti dello scollegamento.
Infatti il comportamento della persona autistica è
problematico da gestire se non interviene subito con i corretti metodi
educativi abilitativi, l’uso dei farmaci è quello piu’ diffuso per gravi
mancanze di interventi educativi abilitativi che ancora oggi che ancora oggi
sono assenti, ma ancora piu’ grave, non pensati per autistici adulti gravi che
necessitano di essere piu’ abilitati, i farmaci piu’ diffusi e somministrati
sono i neurolettici che sono sotto tutti i nomi che racchiudono gli stessi
effetti, una sedazione, non curano ma sedano.
Questo permette di controllare un
comportamento che altrimenti non sarebbe possibile, ci sono lacune sanitarie e
sociali e competenze molto assenti per pensare ad una assenza totale di farmaci
nelle persone con autismo, i tempi richiedenti di strutturazione di attività
sono almeno di H 12 al giorno con rapporto 1+1.
Vi sono comunque alcune
precisazioni da fare, i farmaci assunti dalle persone autistiche sono assorbiti
dal corpo in maniera diversa, infatti non è casuale che spesso gli effetti
paradossi siano piu’ pericolosi del comportamento stesso che si vuole
controllare. Se si considera e si predispone un piano terapeutico farmacologico
in autismo bisogna valutare: Obiettivi, Stato di salute, Il comportamento e
quali sono le cose che possono essere sedate per impostare un programma
educativo abilitativo, trovati i corretti strumenti di valutazione si deve
agire per gradi, prima del piano terapeutico si valutano tutte le cose e i
benefici per porre in essere una abilitazione vera e di crescita sulle
autonomie.
Il Progetto di vita per la persona adulta con autismo è un’oasi ancora
sconosciuta, teniamo conto che attualmente l’assistenzialismo sembra essere
l’intervento prevalente che però sovrasta l’essere autistico, ci sono eccezioni
di giardini riservati solo ad alcuni autistici con funzionamenti anche gravi o
medio o alto, elaborare il progetto educativo abilitativo per gli adulti con
autismo comporta un vero impegno di lavoro che non può e non deve essere in
assoluto lasciato in elaborazione a persone di bassa preparazione incompetenti,
ma bensi’ da esperti in autismo con formazione a tutto tondo vale dire ABA
TEEACH, e tutte le tecniche per adulti, il progetto adulti per l’autismo
comporta attenti riferimenti che non devono escludere tutte le aree e i livelli
di autonomie intesi dal cognitivo, motorio, sociale, ogni area va attentamente
osservata, e rilevate le difficoltà che saranno oggetto di trasformazione nel
progetto, la condizione di una persona autistica adulta è molto delicata perché
l’abilitazione deve sempre essere il primo rincorrente strumento certo che la
diagnosi deve essere rivalutata dal passaggio minori /adulti , e quel passaggio
cosi’ assente che non determina la presa in carico o la continuità dell’
intervento che cessa o ancora non è mai stato elaborato negli adulti tutto è
possibile.
L’abilitazione
e la riabilitazione in autismo: Specchietto spiegazione.
Il fulcro è
l’essenza di un equilibrio che si fonda il benessere di una persona autistica è
l’abilitazione, significa insegnamento di tutto, di azioni, emozioni, e di
comportamento, nulla deve essere trascurato ma favorito ogni momento, ogni
giorno, e per tutta la vita. Abilitare uguale ad imparare, insegnare, allenare,
Riabilitare uguale ad insegnare ciò che già si sapeva fare riprendere da capo
l’abilitazione, ma se dobbiamo riabilitare bisogna capire che cosa è successo e
tracciare tutto il percorso riabilitativo. Una Abilitazione concreta si
costruisce dai bisogni delle persone, per farlo occorre creare condizioni
favorevoli solide e continuative e molto strutturate qualsiasi grado di autismo
la persona abbia ricordo che ci sono tre livelli: 1 Lieve Asperger 2 Medio Lieve
3 Autismo Grave
Cosa
prevedono oggi i diritti , le Istituzioni e la Politica specchietto
spiegazione.
Il Tema
complicato avverso è quello di capire il diritto ad avere:
1 La cura
sanitaria
2 Il
progetto educativo abilitativo
3 Le
attività secondo i bisogni della persona
Gli
operatori formati in autismo.
Sono state
deliberate molteplici leggi e normative già esistenti, e la Regione Piemonte ha
recepito ma che di fatto disattende, basta guardare l’autonomia del privato che
seppur accreditato continua il suo ruolo autoreferenziale che le permette di
fare ciò che meglio crede ma che di fatto omette una cura stabilita da
accreditamenti cospicui.
Cosa prevedono oggi i diritti, le istituzioni la
politica: il politichese parlato in aule diverse risulta sempre lo strumento
piu’ gettonato, un paese Italia che tratta la disabilità come oggetti con cui
mettere a seconda del momento se è utile un baget stando sempre attenti che
abbia una durata possibilmente ridotta, nulla a che vedere con il diritto di
cura. La relazione dei diritti nasce da una cultura che il paese deve come
diritto umano coltivare in difesa dei cittadini che hanno problematiche
differenti di salute mentale, disabilità e di ogni forma di fragilità, la
civiltà, la democrazia, si fondano su questi ideali altrimenti siamo in un
regime totalmente discriminante.
Le famiglie
delle persone adulte autistiche” specchietto spiegazione “
La società
composta dalle famiglie con i figli autistici deve avere intorno a se una rete
che sostenga il delicato compito che tutti devono assolvere comprese le
Istituzioni, la famiglia come agente di informazioni del proprio figlio che lo
conosce in tutte le sue abitudini di vita quotidiane, le emozioni, i limiti, i
rifiuti, le tecniche invece vanno in netto contrasto con l’approccio famigliare
se vengono utilizzate nelle stesse modalità dei tecnici. La famiglia deve
pensare soluzioni alternative fin da subito, nei minori come negli adulti si
costruisce l’intervento educativo abilitativo applicando le regole che non si
devono mai inventare, ma pensare a seconda degli obiettivi che si intende
raggiungere, le famiglie devono poter costruire un fondamento logico che
comprenda la salvaguardia di bisogni, diritti, e interessi del proprio figlio
affinchè non si creino le ansie e le angosce e frustrazioni continue,
l’affidamento agli altri è doveroso ma se costruito in una rete di responsabilità
condivise.
Il dopo di noi specchietto spiegazione
Come termine
appropiato sarebbe corretto pensare al durante e poi al dopo voi genitori, nel
lavoro piu’ corretto entra una dinamica complessa, pensare al proprio figlio
dopo di loro meglio durante che accompagna successivamente il dopo, sarà
importante capire i numerosi aspetti del durante e il dopo, la vita di ogni
persona deve essere rispettata da ogni situazione che causi una sofferenza o ne
precluda opportunità e la qualità di vita, nel capitolo di questo argomento
sarà spiegato il durante e il dopo di noi, come deve essere progettato gestito
per il bene delle persone autistiche.
Introduzione capitoli
Dopo lo
specchietto spiegazione saranno descritti tutti i dieci argomenti dei capitoli
che spiegheranno una realtà degli
autistici adulti che deve essere assolutamente conosciuta, perché la vita
adulta autistica è complicata delicata e drammatica perché l’autismo è radicato
e in alcuni casi non c’è margine di soluzione se non l’assistenza, la
gravissima omissione di cura agisce sulla persona giorno dopo giorno togliendo
ogni possibilità di autonomia buon lavoro ………
…………
Come si manifesta l'autismo negli adulti
L’autismo
non si sviluppa da adulti è un disturbo che vive nella persona dalla nostra
nascita o nella prima infanzia, non nell’adolescenza e nell’adulto. Chi formula
diagnosi di autismo in un adolescente o in un adulto non conosce le
sintomatologie e le modalità con cui l’autismo si manifesta, è molto frequente
questo tipo di diagnosi ma non sono attendibili spiegherò il perché.
Le
diagnosi di autismo omessse nell’infanzia sono innumerevoli, infatti,
nell’adulto non si può parlare di scoperta di autismo bensi’ di un disturbo che
era presente ma non trattato con i dovuti e opportuni interventi educativi
abilitativi infatti di frequente le stesse persone sono soggette avendo
l’autismo ad avere crisi comportamentali proprio create dall’assenza di
intervento precoce intensivo, il problema e proprio riferito alla diagnosi che
se non è chiara corretta si interrompe un intervento oppure non si sa se
l’intervento sia specifico o necessario, utilizzare subito tutti i criteri
diagnostici i test valutativi come prima cosa. Una valutazione diagnostica
assume importanza fondamentale per evidenziare ragioni chiare di cura perché
non si può curare nessuna persona per qualcosa che non ha tanto piu’ se la cura
e riferita alla sua mente, i danni sarebbero e sono irreparabili.
Come bisogna
lavorare in presenza di un adulto a cui e stato diagnosticato l’autismo in età
infantile:
1 Fare i
test valutativi adeguati del livello cognitivo verbale comportamentale
2
osservazione e prese dati delle stereotipie
3presa dati
del livello di autonomie individuale e in gruppo
4
Osservazioni dirette e indirette di tutte le abilità e inabilità
5costruzione
del progetto educativo abilitativo individualizzato
6ricerca di
attività adeguate alla persona che abbiano obiettivi concreti per
l’abilitazione delle autonomie
7
Osservazioni sanitarie, monitoraggi dei farmaci, esecuzione di tutti gli esami
clinici diagnostici per le patologie in commorbidità.
L’adulto autistico si deve
trattare con dovuti e utili parametri di una scala che indica con certezza i
suoi effettivi bisogni altrimenti non potrà mai essere considerato un
intervento adeguato, l’autistico adulto necessita di una abilitazione che posso
definire con molta concretezza abilitante, si ma dei punti di forza invece
abitualmente si abilitano le aree meno autonome sbagliando perché bisogna
abilitare le autonomie presenti per far emergere quelle assenti.
Abilitare
facendo un logico programma abilitante vale a dire che bisogna trovare e fare
le mappature delle abilità presenti per capire come utilizzare risorsa utile
per tutte le autonomie assenti, che possono trovare una modalità proprio dalle
autonomie emergenti, l’utilizzo dell’abilitazione nasce da ciò che so già fare
non da quello che non so fare, chi utilizza il contrario e perché non è formato
in autismo ma soprattutto bisogna saper trovare dall’abilità presente quello
che è d’aiuto a quello non presente.
L’educativa abilitante nell’adulto non può
trovare il suo unico canale in una sola metodologia, infatti un aspetto
fallimentare deriva dalla mancanza di progetto individuale che deve essere
esattamente corrispondente alle esigenze della persona, la persona autistica
adulta necessita di interventi costruiti secondo il bisogno individuale, una
rete di persone formate che garantiscano coerenza senza interruzioni una
abilitazione e attività funzionale e funzionante mai da sostituire con il
nulla, ogni giorno una proposta che segue l’obiettivo dello sviluppo delle
autonomie.
Primo schema operativo valutativo
1 Test
valutativi TTAP Vineland
2osservazioni
dirette e indirette
3 test
cognitivi
4 test
abilita motorie
5 test
griglia ecolalie e stereotipie
6
Valutazione clinica sanitaria
7
valutazione terapia farmacologica
Scheda logic sistem
1 tempi di
attenzione
2 tempi di
percezione
3 tempi di
esecuzione azione e compito
4 reazione
proposta tempo di recepimento dell’esecuzione
5 Apatia
agli stimoli, tutti, alcuni
6 reazioni
comportamentali, ansia, comportamento problema
Scheda valutazione funzionale
1Test di
valutazione autonomie TTAP Vineland o altri a seconda dei gradi
2 Test
cognitivo e quoziente intellettivo
3 Test
reazione sensoriale
4 Test
Abilità delle autonomie presenti
5 Test
Abilità assenti
6Test Di
socializzazione e interazione
Scheda progetto educativo individuale
1 La
valutazione funzionale
2 Test
cognitivi
3 Test
abilità autonomie presenti e assenti
4orientamento
attività abilitative
5 obiettivi
da raggiungere
6
monitoraggio terapie , oppure introduzione di farmaci, oppure assenza totale di
farmaci.
Ogni conoscenza esperienze che deve provenire dalla ricerca
scientifica si deve utilizzare, oggi la cultura e quasi inesistente e di
conseguenza la strada del cambiamento non è del pubblico istituzionale, ma
continua ad essere un fatto privato, l’occasione riservata ad abilitazione e
benessere delle persone , il principio e la finalità di intervento educativo
deve essere sempre mirato a migliorare la qualità di vita della persona
autistica, un aumento delle autonomie e socializzazione permette di avere un
benessere psicofisico che incide nella psiche, nella mente dovè il problema è
radicato e trova il suo canale di chiusura autistica.
Il lavoro educativo regole educative in autismo
1 fermezza e
calma
2 immune
alle provocazioni
3conoscenza
abilitativa
4 strumenti
idonei autismo
5capacità
osservative comportamentali
6 problem
solving
7 formazione
e conoscenza autismo
Dopo le
regole per l’intervento educativo è necessario specificare il come
dell’operatività si svolge l’intervento educativo abilitativo, la formazione
dell’equipe multidisciplinare deve essere composta da diverse figure
professionali che tra loro si coordinano per svolgere il lavoro, ognuno per la
sua competenza altrimenti l’intervento risulta fallimentare.
Il lavoro
educativo abilitativo riabilitativo funzionale, sono i processi utili per la
crescita , in autismo sono da utilizzare ogni attimo, momento, giorno, senza
dimenticarsi mai l’assenza che crea il nulla stereotipie e comportamenti
problema. È compreso nel lavoro educativo anche tutta la parte della comunicazione
intesa per le immagini o indicate anche con i gesti e il comportamento nelle
crisi comportamentali, in modo corretto e appropiato che abbia una risoluzione
di elaborazione nella persona che significa che deve associare il comportamento
inadeguato e quindi sentire beneficio nel contenimento a tal punto che elabori
e sviluppi l’autocontrollo in modo
naturale.
Tutte le fasi del lavoro educativo sono da considerare importanti
infatti è proprio il lavoroeducativo propedeutico per mantenere il livello di
salute della persona autistica evitando regressioni, interventi farmacologici
pesanti che aggravano ed fanno insorgere disturbi psichiatrici dagli effetti
collaterali, con la differenza che la persona autistica non sa elaborare nulla
di quello che sente indotto dai farmaci, e tutto diventa il non elaborato sarà
oggetto di distorsiva valutazione, la persona autistica si comporta esattamente
come gli effetti collaterali dei farmaci, la differenza e che non c’è nulla che
riconduca al suo comportamento, anzi viene alterato il comportamento ma non per
volontà dell’individuo ma bensi’ solo per i farmaci. Il lavoro educativo indica
tutto il bisogno vero dell’abilitazione come forza di cura, non di trattamento
fine a se stesso, il ricorso ai farmaci si rende necessario da me spiegato in
autismo e mente, ma non deve essere lasciato senza i corretti monitoraggi e le
opportune osservazioni
Il comportamento autistico negli adulti
Inizio col
descrivere il comportamento e la sua vera natura di come si manifesta, e dei
tanti perché, considerate che il comportamento umano è lo specchio del suo
esistere, nasce e si determina da tutti i limiti che la mente pone, se però
parliamo di autismo ebbene sapere che il comportamento è in grado di elaborare
le azioni base del quotidiano, ma influisce in tutti gli atteggiamenti e le
forme di eteroaggressività e aggressività, il lavoro sul comportamento è
fondamentale spiegherò nel seguito.
Si deve dedicare le dovute attenzioni ad
un’analisi del comportamento autistico perno fondante della vita di ogni
individuo , non si può supporre qualcosa bisogna essere al 99% sicuri della
causa e dei fattori che creano un comportamento problema, farò esempi utili per
la spiegazione.
Ogni comportamento autistico negli adulti si attiva per le seguenti motivazioni:
1 la
comunicazione
2gli
antecedenti
3 lo stato
di malessere fisico
4 i farmaci
5
l’intervento educativo inadeguato
6 l’ambiente
non strutturato confusivo
I
comportamenti sono e devono essere una difficoltà mai da sottovalutare, per
lavorare ad un sistema funzionante nella persona occorre
che individualmente sia fatto un programma educativo per dare il giusto
senso a tutto ciò che viene fatto di abilitazione.
Esempio di comportamento problema
La persona
si agita in presenza di molte persone nella sua casa perché?
Osservando
la sua reazione: fuga dall’ambiente, chiusura, rifiuto, agitazione psicomotoria
contro gli oggetti, autolesionismo, stereotipie disturbative provocatorie, cosa
fare per eliminare il comportamento? Il comportamento si estingue e si
ridimensiona se alla persona vengono dati gli strumenti corretti di
comunicazione, se comunque al di la di chiunque non si lasci la persona senza
supporto graduale e costante il lavoro educativo deve essere sempre svolto in modalità
senza interruzioni, l’insieme di persone crea all’autistico confusione
naturalmente dipende dagli ambienti ad esempio, nel supermercato ci sono altri
fattori sensoriali, per strada altri, negli ospedali altri, e cosi via non si
possono generalizzare i comportamenti e le reazioni che sono differenti l’uno
dagli altri a seconda del grado di autismo.
Ogni esempio anche quello piu’
banale può essere analizzato, quando siamo di fronte ad un comportamento
problema deve esserci assoluta serietà , competenza, e formazione che esula da
inventive psichiatriche dove chi e autistico non può trovare soluzione se non
in paragoni errati di patologie diverse che nulla hanno a che vedere con l’autismo, per poi aggravare la
situazione e dirigere l’incompetenza clinica ed di interventi e metodologie per
l’autismo verso terapie farmacologiche e nient’altro. Una tipologia di
comportamento problema è creato anche da squilibri dei neuroni che sono
sicuramente le colonne portanti della funzione celebrale, i neuroni determinano
il funzionamento dei recettori che hanno la funzione dei collegamenti con tutte
le aree che servono e formano la capacità dell’individuo, posso affermare ormai
dopo tanto tempo che l’autismo si aggrava quando i neuroni non riescono a
trasmettere gli imput che già di per se è difficile e che con il tempo diventa
un’isolamento neuronale, l’autismo crea la malattia ai neuroni che degenerano
per le continue onde di stress fino all’ossessività assoluta e quindi alla
chiusura totale.
Il funzionamento della persona adulta con autismo deve essere
sempre incluso in una osservazione utile ai tecnici per rilevare le opportune
informazioni per l’intervento che sarà adeguato ai bisogni della persona, cosi
da contenere i comportamenti problema che se ci saranno trovano una risposta
educativa adeguata che evita interventi farmacologici. Nel comportamento vanno
incluse anche le chiusure dell’autismo, le reazioni, le emozioni della
sessualità, dell’ansia da prestazione e di esposizione, di comunicazione, e del
dolore fisico, tutto quanto è fondamentale osservando e dare una chiara lettura
per iniziare un intervento educativo.
Le diverse scuole comportamentali che
utilizzano le metodologie per educare abilitare la persona autistica, non
comprendono che il metodo non esiste, ma gli strumenti del metodo sono le
uniche risorse che vanno utilizzate e adattate alla persona che deve essere
abilitata, perché ogni persona presenta diversità di gravità e carenze abilitative,
i tanti nomi sono utili solo per il riconoscimento del metodo. Il
professionista serio utilizza tutto quello che scientificamente a ha
disposizione, forgiando ogni cosa a modello per la persona da abilitare.
Chiusura delle informazioni con possibilità di aggiornamenti
Un primo
pezzo di lavoro che riguarda l’autismo negli adulti proseguirà mettendo in
evidenza tutto, io seguo una logica scaletta per dare al lavoro la giusta
collocazione sarà molto interessante perché emergono le difficoltà che negli
adulti con autismo ci sono e vanno risolte per dare dignità alle persone.
L'autismo negli adulti le possibili patologie correlate il lavoro educativo
Oggi inizio
con questo nuovo argomento delicato perché non è solo sanitario poiché
determina anche il lavoro educativo abilitativo riabilitativo, si inizia con le
patologie correlate in commorbidità in autismo, epilessia, disturbi
gastroenterologici, disturbi del sonno, disturbi neurologici dovuti ai neuroni
che non hanno una attività regolare, nel tempo si verifica un peggioramento
dello stato di salute fisico psicofisico, in presenza di epilessia è
necessario: stabilizzare il sistema neurologico con la terapia farmacologica
adeguata, creare attività che diminuiscano lo stress per tenere calmo il
sistema celebrale che tende ad avere focolai che sfociano in crisi, i neuroni
vanno testati nella loro funzionalità e per farlo si devono utilizzare
strumenti e strategie educative adeguate semplici e comprensive.
Un lavoro
educativo abilitativo che deve essere privo di rischi di stress, vale a dire
con prevedibilità e non imprevedibilità nelle richieste costruite e strutturate
a seconda del grado di autismo, specialmente se la persona ha la tendenza di
voler controllare tutto, ambiente, azioni delle persone, questo grado di
autismo crea molto stress la prevedibilità strutturata lo abbassa, prevedere
momenti di pause e riposi scaricare il piu’ possibile le energie in attività di
movimento con un criterio chiaro per migliorare il piu’ possibile la mente che
monopolizza tutto, utilizzare sempre la continuità e prevedibilità, perché
nella routine l’imprevisto non sia una costante che destabilizza la persona
autistica e fa aumentare lo stato d’ansia già presente, pianificare un
programma educativo abilitativo adeguato tenendo conto sempre di somministrare
i test per una precisa valutazione perché le aree celebrali sono piu’ esposte
ad ammalarsi vivendo una condizione di infiammazione causata dall’epilessia,
bisogna tener sempre sotto controllo i
parametri di riferimento degli effetti dei farmaci che garantiscono uno stato
di equilibrio molto sottile e delicato.
La strutturazione di tutti i contesti,
case, scuole, centri diurni, residenziali, ambienti ricreativi, ambienti
istituzionali, ospedali, ambulatori, la strutturazione può essere anche
predisposta con la presenza sola delle cose essenziali tecnicamente “ambiente
pulito “ infatti gli ambienti con tanti oggetti colori sono confusivi e non
favoriscono la concentrazione della persona autistica, la mente è un corpo che
agisce nell’istinto e all’istante crea delle prigioni delle quali l’individuo
se è privo di elaborazione e forza esecutiva di volontà rimane prigioniero. Un mantenimento
di lavoro educativo abilitativo che strutturi la mente e la destrutturi dalle
mappe sbagliate che continuano a dare imput sbagliati, attivare alla C.A.A.per
dare prevedibilità controllata ed abbassare la soglia della sovrastazione
verbale stereotipata che crea moltissima tensione che non viene elaborata e
trasformata occorre inoltre attenzione per tutto l’insieme che anche non
volutamente si crea, un’altra fonte di tensione la causa la noia il vuoto di
attività crea un’alto rischio di frustrazione che degenera in tensione.
Comprendere il sistema celebrale curarlo dall’invecchiamento precoce, dagli
impulsi elettrici creati da un’infiammazione presente con i focolai, evitare le
forme di stress e tenere sempre attive le aree celebrali con l’intervento
educativo abilitativo adeguato.
La soglia del dolore in autismo
Oggi devo
spiegare la soglia del dolore per la persona autistica, sono state dette tante
cose che non rispondono ad una vera e codificata realtà di come il dolore sia
percepito e trasformato, perché la mente autistica riesce a far abituare al
dolore la persona, tanto che ci convivi ma lo esterni con il comportamento e
quando trovi l’attimo di apertura il piu’ insignificante del dolore diventa
motivo di disagio, il dolore le persone autistiche lo sentono in maniera
diversa per via della loro mente, ecco il problema.
La mente autistica funziona
in modo diverso a causa dell’assenza di elaborazione avendo le aree celebrali
scollegate e non comunicanti, la persona autistica in presenza di un dolore
fisico riceve un imput di normalità che però si differenzia, la manifestazione
del dolore non elaborato diventa incontrollabile nel comportamento e non si
comprende l’entità del dolore, oppure se il dolore e minimo la soglia di
tolleranza può essere bassissima, ci saranno esempi descritti, esempi di
manifestazione: in un dolore acuto e persistente la persona no utilizza una
difesa mentale, vale a dire che non si autocontrolla, ma prevale l’istinto a
seconda del grado di autismo, oppure il comportamento si altera a tal punto da
sovrastare il dolore, nei casi di energie le reazioni sono similari ai
normotipici ma sempre istintuali.
Le possibili patologie correlate i disturbi gastroenterologici in autismo
Il problema
del disturbo autistico crea moltissime problematiche in autismo tra le quali
anche i disturbi alimentari molto seri e gravi l’intestino è il secondo
cervello dell’uomo, sede di depositi di ansia e di istintualità, se però tutto
non viene elaborato diventa un vero vulcano che accende tanti fuochi e infiamma
tutto , l’intestino come ogni organo riceve impulsi per il funzionamento, il
semplice stimolo a defecare per la persona autistico a seconda del grado e
comunque va educato corretto all’utilizzo del contesto bagno, altrimenti la
persona autistica utilizza la sua risorsa istintuale ovvero la fa addosso,
oppure la fa ovunque e magari calpestandola oppure riempiendo i muri, o anche
ingerendola senza problemi
Continua…..
Other methods treatment liquid materials utilizing different refined technologies, similar to stereolithography. Photopolymerization is primarily utilized in stereolithography to provide a stable part from a liquid. Inkjet printer methods just like the Objet PolyJet system spray photopolymer materials onto a build tray in high precision machining ultra-thin layers (between 16 and 30 μm) until the part is accomplished.
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